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Marzo 1980 I ritratti di Bravi di Miklos N. Varga Il tempo gioca allo specchio del sembiante per farne una somigliante “in posa”. Così Giannetto Bravi ha giocato a ritrarre i critici, tautologicamente “ritrattati” in opere-collages fotografici presentati allo Studio Marconi di Milano. Filiber-to Menna ne commenta l’esito: “L’attrazione singolare che il ritratto esercita sul soggetto che lo guarda è forse in relazione proprio al fatto che esso ci presenta un’immagine che ad un tempo appaga e delude il desiderio; un desiderio che sospinge continuamente a cercare nuovi segni di una cosa lungo la catena delle sostituzioni metonimiche della (perduta) relazione primaria. Giannetto Bravi sembra porre allo scoperto questo meccanismo. Ma prende una scorciatoia, lasciando al soggetto ritratto il compito di inserire nell’opera il proprio oggetto segreto e di collaborare, così, alla realizzazione dell’opera appunto come maschera e simbolo che in parte rivela ed in parte nasconde. Pierre Restany, Lea Vergine, Gillo Dorfles, Guido Ballo, Achille Bonito Oliva, Antonio De Guercio, e chi scrive, hanno tutti svelato all’autore un loro amore segreto, un dettaglio che ora sta dentro il ritratto con il compito ambizioso di svelarne l’altra faccia”. |