La Gazzetta del Mezzogiorno – Venerdì 18 Febbraio 1983 di Anna Delia

Giannetto Bravi, napoletano d’adozione (è nato a Tripoli nel 1938) espone a Bari da Bruno Del Monaco (via Quintino Sella 119). Presenta quattro opere realizzate allineando e incolonnando centinaia di cartoline, tutte uguali, su particolari di Pompei.
Proveniente da esperienze concettuali, Bravi ha usato la cartolina per la prima volta nel 1971, con operazioni che potrebbero essere meglio collocate nell’arte postale.
Delle opere recenti, una riedizione, del lavoro già esposto nel 1980 allo Studio Marconi di Milano, vanno in particolare sottolineati due elementi: il materiale e il processo. Quest’ultimo ripete l’obiettivo più ambito dell’odierna società dei consumi: accumulare. Con la maniacalità del collezionista Bravi compra pacchi di cartoline (migliaia e migliaia) ripetendo – come un operaio alla catena di montaggio – il gesto di incollarle di seguito fino a riempire grosse superfici. Non a caso l’artista sceglie cartoline che riproducono oggetti d’arte, monumenti, pitture.
Ma dall’accumulo dello stereotipo e dello standard scaturisce un’opera “unica” dotata di senso autonomo, indipendente e originale. Dalla somma di più uguali il diverso. E’ questa l’equazione evidenziata dall’opera che affida all’occhio dello spettatore il compito di scoprire le nuove verità della composizione.
Nata dalla fusione di due ironie: quella di Duchamp e di Warhol, il lavoro di Bravi raggiunge il suo scopo: ridare un’anima all’iconografia di massa (fino al 4 marzo).