Notula - Testo di
Maurizio Medaglia per Libretto Aquifante - Gennaio 1997
Il cinema del barbiere - Proiezioni & memorie di sala, è un testo, senza
pretese poetiche, scritto in presa diretta, come un appunto, leggendo una
“storia illustrata” scritta e rappresentata da Giannetto Bravi ed intitolata
il cinema del barbiere
Un testo, il mio, scritto con la ferma intenzione di non intervenirvi più
una volta messo giù sulla pagina; un testo, perciò, attentamente ed
estremamente rimuginato e sorvegliato nella sua “messa in pagina”, senza
concessione alcuna all’automatismo di scrittura se non a quella sorta di
“versificazione automatica” costituita dal “verso libero”.
La nota una volta che l’hai suonata non la puoi più correggere ...
Rinunciare alla correzione a posteriori di un testo, alla variazione, è
regola e costrizione autoimposta che richiede uno sforzo di concentrazione
ulteriore. Ti imponi di non tornare sui tuoi passi.
Ci si immagina l’inchiostro indelebile e la pagina di marmo ... Vietato
cancellare e riscrivere. Vietato soprattutto ingannare; è necessaria la
massima onestà con se stessi.
Qualche volta i risultati sono interessanti.
Quando (raramente) imbocco questo vicolo stretto stretto, mi immagino di
dover giocare una di quelle massacranti e fulminee partite a scacchi a tempo
indeterminato, dove sei costretto a decidere la mossa in una manciata
d’istanti e senza esitazioni, lucidamente; messo giù il pezzo sulla
scacchiera di lì non lo puoi più muovere, nel bene e nel male (crudele stato
dell’irreversibilità ...)
La partita giocata con la partitura verbo-visiva di Giannetto Bravi (vero e
proprio repertorio narratico di “santini cinelatri”, di feticci di massa del
collettivo immaginario, risimbolizzati da una memoria e da un’immaginazione
indivi-duale, intima, ma scevra da ogni intimismo), ha comportato una bella
lotta.
A pressarmi costantemente, allontanandomi da qualsiasi tentazione
correttrice, la belva di un pensiero di Thomas Bernhard (Correzione, 1975):
“Quando correggo, distruggo, quando distruggo anniento (...)”.
Il cinema del barbiere
Proiezioni & memorie di sala
a Giannetto Bravi, 1996.
Ombre di parole parlano d’ombre
nella “cometa” del proiettore
che attraversa il buio della sala,
il buio della memoria e del futuro,
per rivivere sugli schermi nottelucenti
dei comuni destini vincenti e perdenti:
fascio di luce in sfasciume di vite.
Restituite icone delle maree mute
o sonore, in bianco e nero o colore,
spiaggiati cetacei di collettive emozioni,
finzioni, se incrociate la Storia
ditele, vi prego, che ha poca memoria
e che non è per nulla maestra.
Ditele che insegna di più una ginestra. Capirà.
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