Libero - Giovedi 15 Marzo 2001

La geografia dipinta su tela - Ermanno Krumm

La geografia forse è una scienza esatta, ma per secoli si è andata formando, come suol dirsi, “per prova ed errori”. I viaggiatori esploravano territori e ne facevano mappe che avevano ben poco in comune con la loro forma attuale. Anche lo stivale d’Italia ha impiegato secoli per diventare affusolato come appare oggi. Insomma, le carte geografiche conservano sempre un fascino che viene da lontano, Una prova? La rassegna in due puntate intitolate, appunto, “la geografia degli artisti”. La prima con oltre un centinaio di lavori(Boett, Fabro, Manzoni, Bruchello, Bravi, Fulton, Parmigiani, Pellegrini, Tremlett ed altri). Sulla scorta anche di importanti collettive internazionali, sono raccolti interventi di diversa natura. Immancabile punto di partenza il mappamondo, preso come sfera colorata, biglia lanciata nello spazio quasi un gioco nell’insensata immensità dell’universo, Seconda tappa: la vista aerea, la lettura del mondo preso dall’alto e deformato dalla velocità e dall’inclinazione dello sguardo. Negli anni ’60-70 molti si sono impegnati in una vera e propria riflessione su queste “visioni del mondo”. Con i concettuali il territorio, segnato dall’intervento dell’uomo, viene letto come una scrittura. Su una parte campeggia una piantina del metrò di Parigi con tutte le ditate sui vari punti nevralgici: segno che le persone hanno cercato di capire dove si trovavano. Ecco: “geografia degli artisti” per imparare a raccapezzarsi. Seconda puntata in aprile.