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Giannetto Bravi. Passato, presente e futuro a cura di Erika La Rosa Sperimentatore di tecniche sempre nuove, appassionato di immagini d’epoca, indagatore di espressioni diverse, Giannetto Bravi è in mostra fino al 27 Maggio presso lo spazio espositivo della Fondazione Pagani a Castellanza. “Cinema Amore Mio 3”, questo il titolo dell’ultima mostra della rassegna dedicata proprio al cinema e alle opere di Bravi direttamente ispirate al grande schermo. “Le opere esposte – come spiega Giannetto Bravi – sono riproduzioni ingrandite di cartoline d’epoca e locandine cinematografiche. Una volta non esistevano i trailer dei film e fuori delle sale venivano esposti alcuni fotogrammi della pellicola. Io riprendo proprio queste locandine ingrandendole e lavorandole con una tecnica molto particolare”. I quadri infatti abbandonano il tradizionale uso del pennello e del colore e vengono realizzati grazie ad un processo di lavorazione nuovo: “Le cartoline o le locandine – continua l’artista – vengono ingrandite fotograficamente e poi spellicolate sulla tela Rembrandt fissando l’immagine con una gelatina particolare. Il tutto viene poi pressato a caldo con una plastica che protegge l’immagine. L’opera viene poi intelaiata come un quadro normale”. Eroi Holliwoodiani, ma anche grandi artisti italiani come Totò o Rodolfo Valentino. Vecchie immagini di Assia Noris o Jeanette Mac Donald. Appassionato collezionista, Giannetto Bravi ritrova queste immagini nei mercatini dell’antiquariato, ricercando tra le bancarelle testimo-nianze del tempo passato. Questa nuova ricerca è solo l’ultima tappa di un processo di ricerca inizia-to molti anni fa. “Ho vissuto per molti anni a Napoli e nonostante studiassi geologia mi sono sempre interessato all’arte. Nel 1972 fui invitato da Pierre Restany insieme ad altri artisti a studiare e interpretare il Vesuvio. Risalgono a quel periodo le opere di Land Art realizzate con materiale vulcanico, che imprigionavo in valigie gialle in segno di protesta contro l’aggressione edilizia di quegli anni nella zona intorno al Vesuvio. In questo dialogo con il Vesuvio si stabilì una relazione quasi amorosa con questa montagna alla quale diedi l’addio nel 1974. Lasciando la Campania e Napoli fui costretto ad allontanarmi anche dal Vesuvio. Negli anni ’80 lavorai molto sulla figura umana e sul ritratto, coinvolgendo spesso amici critici ed artisti. Un ritratto-autoritratto in cui il “modello” interveniva in prima persona nella realizzazione dell’opera, riuscendo a dare una immagine rappresentativa di sé.” Dal presente al passato. Negli anni Novanta Bravi comincia a lavorare sulla memoria e sulle immagini del passato. “Il futuro non lo conosco – confessa – il presente mi sfugge, solo nel passato ho qualche certezza. Questo lavoro ha l’obiettivo di coinvolgere lo spettatore e far ricordare atmosfere del passato”. Una ricerca sulla memoria che bene si sposa con una tecnica moderna ed innovativa capace di trasformare una cartolina in un’opera d’arte. Una nostalgia per il passato che non trascura però il presente e il futuro. Cosa ne pensa Giannetto Bravi di Internet? “Non lo conosco molto. Ho realizzato il sito grazie a dei tecnici e a persone che mi aiutano ad usarlo. E’ un mezzo innovativo che se usato in modo corretto può esser molto affascinante. L’unico rischio che vedo è un possibile atteggiamento competitivo degli artisti nei confronti del mezzo”. |