A Giannetto Bravi 18 Dicembre 2000 da diario bisestile 2000 (Inedito di Francesco Tedeschi)

Le opere di Giannetto Bravi trasmettono certamente una simpatica nostalgia, perché hanno un lato romantico intrinseco e perché toccano motivi che riguardano il passato. Non si tratta del passato personale dell’artista, di un passato che viene raccontato, di qualcosa che si può sentire come proprio, ma di un generico e indifferenziato passato come trascorso che segna il distacco che si verifica nel tempo dagli stadi precedenti all’attuale, dove le immagini servono come tracce o documenti. Il suo lavoro è apparentemente privo di intervento diretto, Giannetto vuole che sia così, che possa servire a confondere il suo ruolo di ricercatore di immagini con quello del loro creatore. La sua partecipazione è di natura emotiva più che elaborativa, per quanto vi sia un processo di trasformazione di stato dell’immagine, sia essa una cartolina o una locandina che pubblicizza qualche pellicola che pochi ricordano. Quello che conta è quella riemersione di un frammento del passato, di atteggiamenti fittizi che delle persone reali o inventate hanno assunto per corrispondere al gusto e al sentire di un’epoca, di un momento. Questo per quanto riguarda le sue rea-lizzazioni di questi anni, dove le diverse figure del suo recupero del passato vengono raccolte per tema o per motivo iconografico, dando uno spazio particolarmente a quei riferimenti cinematografici che sono di natura più oggettiva. Vi è però un lato più personale del suo lavoro sull’immagine e sui legami affettivi, quello che ha sviluppato nel progetto Vesuvio, inviando cartoline e lettere sul Vesuvio, con la polvere di lava del vulcano, ad amici e conoscenti, come a voler condurre con sé e distribuire parte di quel paesaggio dell’animo che così ha sentito, nel graduale distacco personale da quel mondo, che rappresenta, questo sì, un modo di fare i conti con la propria esperienza di vita e con il suo scorrere.

Un appunto a parte merita qualche operazione a sé, come il ritrovamento di una cartolina che raffigura monsieur Poubelle, bellissima immagine di un uomo d’altri tempi, utile per esaudire una curiosità sull’origine di un termine non altrimenti comprensibile. Anche qui un retaggio del passato si trasforma in un tassello che si sistema.