L'impossibile Museo dei Musei Duchamp ha avuto per tempo l’idea della scatola, a cui ha dato il nome di Valigia, nella quale, dice, "tutte le mie opere si troverebbero raccolte come in un museo in riduzione, un museo portatile". Malraux, sappiamo, ha pensato a un museo immaginario che, a differenza di Duchamp, ha consegnato a un libro, Le voci del silenzio, scandito dal ritmo di una sequenza straordinaria di fotografie... Giannetto Bravi, da parte sua, da tempo va costruendo il Museo dei Musei: naturalmente, non come "museo portatile" o "voci del silenzio", ma come un’opera che lavora, insieme, la totalità dell’arte, della critica e del museo. Il Museo dei Musei è opera onnivora e seducente in cui l’artista mette in forma il suo corpo-a-corpo con l’arte e le sue figure, con il ritratto e l’autoritratto, con il paesaggio e la natura morta, e, insieme, con la critica, dal momento che mostra, senza gerarchie, accanto alle opere, anche i testi d’accompagnamento di questa sua avventura, e con la stessa forma museo, in quanto Bravi, invece che custodirrlo nella duchampiana Boite-en-valise o affidarlo al libro, alla maniera di Malraux, espone il Museo dei Musei proprio in un museo: appunto, nel Museo di Capodimonte, ritagliandovi all’interno tre Stanze, in cui si snoda e si articola l’itinerario segnato da circa trecentosessanta lavori, recenti e meno recenti, riferiti ad almeno trecentocinquanta artisti, e, si è ricordato, dai testi critici. Particolare cura è, poi, rivolta alle cornici, tutte di legno naturale, colorate a mano in cinque colori base: oro, argento, rosa, verde e giallo.. Un porta-schede di plastica, che contiene le riproduzione di ogni quadro e le relative indicazioni bibliografiche, è anche a disposizione del pubblico, naturalmente, insieme al catalogo che, della vita del museo, è l’alfa e l’omega. Con questa mossa - con l’esposizione del Museo dei Musei in tre Stanze del Museo di Capodimonte - Giannetto Bravi riflette sui modi di presentazione dell’opera, sul rapporto tra l¹opera e il contesto museale, sulle modificazioni che ne segnano lo spazio e, al tempo stesso, sulle relazioni con il pubblico. In altri termini, il Museo dei Musei è un lavoro sul museo come spazio totalizzante dell’arte e della critica e, consapevolmente, sulla sua impossibilità. Angelo Trimarco |