Napolipiù Cultura – 8
febbraio 2007. “Benvenuti nel museo di tutti i musei” – Giannetto Bravi
presenta la sua “Quadreria d’arte”. Da domani a Capodimonte di Clorinda
Irace “La quadreria d’arte è il museo di tutti i musei”. Così Giannetto Bravi presenta la sua ultima produzione da cui si origina la mostra “ Museo di tutti i musei” che sarà inaugurata al Museo di Capodimonte domani, alle 18,30, nelle nuove sale adiacenti l’auditorium del museo. Una esposizione singolare, in cui l’eclettico artista delle “Valigie Bravi”, presenta i lavori che da anni sta realizzando raccogliendo materiali nei musei di tutto il mondo. Come un collezionista a caccia di nuovi pezzi, l’artista esplora i bookshop dei musei, seleziona i gadget delle mostre più importanti e raccoglie con pazienza i materiali che entreranno poi a far parte delle sue opere. Le quali, sorprendentemente, diventano “altro”. Non somma di segnalibri o cartoline ma nuove immagini in cui un occhio esperto può scorgere qualcosa di noto, un colore, un segno, un’immagine. Esperienza gradevolissima e suggestiva, la memoria si scopre allertata in un gioco intrigante che la porta a mettere insieme frammenti di immagini e di forme note che si sono mescolate dando vita a nuove composizioni. Si potrebbe dire un’arte a portata di tutti, un museo che ciascuno può allestire a suo piacimento ma si rischierebbe una generalizzazione. Giannetto Bravi, infatti, non è nuovo a operazioni del genere: da sempre ha amato giocare con le immagini – con intenti dissacranti – assemblarle e reinventarle. Basti pensare alle cartoline con il Vesuvio, ai vecchi calendarietti del barbiere, alle locandine dei vecchi film che ha fatto rivivere nei suoi lavori. E il soprintendente Nicola Spinosa, nel presentare la mostra, coglie proprio questo tratto dissacrante affermando che questi “capolavori in cartolina” potrebbero alludere ironicamente alla mercificazione dell’arte che si sta compiendo ai nostri giorni. Molto più di cartoline, molto più di segnalibri, quindi. E sulla copertina del catalogo, Giannetto Bravi, vestito da custode con tanto di berretto e camice, si mostra al fianco delle sue tantissime creazioni che compongono la Quadreria d’arte e sembra annunciare una mostra molto intrigante che certamente farà discutere. Bravi come è nata questa mostra a Capodimonte? “Una grande gioia esporre a Capodimonte. Circa un anno fa mostrai al sovrintendente Nicola Spinosa il volume che raccoglie parte delle opere della Quadreria. Fu in quell’incontro che si decise questa esposizione”. Cosa vedrà il pubblico napoletano? “I lavori della Quadreria divisi nelle tre sale che mi sono state messe a disposizione. Nella prima sala, ho collocato ritratti ed autoritratti, nella seconda, quattro opere storiche del 1975 che sono state esposte a Milano in una Galleria privata. Si tratta di lavori che considero un’introduzione a quanto produco oggi, una sorta di anticipazione. Le espongo per dimostrare che la Quadreria ha radici lontane. Infine, nella terza sala, circa 200 opere fra fiori, nature morte, paesaggi accomunati dalle cornici giallo melone”. Veniamo al catalogo. E’ molto particolare … “Si, l’ho definito “catalogo testo” poiché ho lasciato largo spazio a quello che è stato scritto su di me più che alle immagini delle opere. La Quadreria, infatti, si caratterizza per la visione d’insieme, non mi sembrava avesse senso ingrandire i particolari. Viceversa, ho voluto dedicare il catalogo a quanti si sono interessati a me, spontaneamente, con dedizione. Ai testi critici ho affiancato gli articoli giornalistici, i saggi che parlano di me e della mia opera”. Questa mostra che l’appaga tanto rappresenta un punto d’arrivo per la Quadreria? Assolutamente no. Il lavoro continua, la Quadreria non si ferma. E’ già in programma una mostra alla Biblioteca Civica di Como per la quale ho un nuovo progetto che riguarda le città d’arte. Sto già raccogliendo materiale, soprattutto cartoline di città. Napoli in primis, ovviamente. Si tratta di un progetto che poi nuovo non è se si considera che già nel 2002 ho realizzato un’opera con le cartoline di Venezia. Quindi, dopo Capodimonte … la ricerca continua”. |