Bravi ragazzi [si fa per dire vista l’età di scrive] o meglio ragazzi di Bravi. Sì perché è sfuggito poco di quanto si poteva dire sul lavoro a 360° gradi dell’artista e prima ancora generoso amico Giannetto in due ore di presentazione. Io che sono andato via piatto cercando di fornire degli appigli concreti al lavoro degli studenti (il viaggio visto nei simboli delle valigie e delle cartoline portatrici di messaggi come i contemporanei WhatsApp, la Quadreria d’arte quale esito finale di un percorso); Laura (la giovane Conconi) che ha ben inquadrato il lavoro di Bravi nelle tendenze dell’arte tra fine anni ’60 e inizio dei ’70 soprattutto nelle declinazioni performative, mentre Fabrizio Paracchini da consumato diagnosta ha individuato puntualmente gli elementi salienti nel lavoro del Nostro (la ripetizione, l’assemblaggio e il nascondimento dell’immagine ad opera del tempo, ecc.). A Ermanno Morosi il compito di esaminare con pragmatismo filosofico il lavoro Giannetto raccogliendo anche gli stimoli degli interventi precedenti.
Una sola domanda da parte di una studentessa (Cosa vi ha lasciato Giannetto Bravi come uomo e come artista?) ha prolungato l’incontro con le risposte dei relatori e ha stimolato un coinvolgente intervento della moglie Laura Bonato che ha presentato il lato umano dell’artista: «Sento più volte parole come “ memoria”, ma Giannetto non aveva memoria; come “viaggio”, ma Giannetto non amava viaggiare… La nostra casa è un museo perché Giannetto amava scambiare con altri artisti le opere o addirittura comprarle, non era fissato solo sul suo lavoro come succede in genere, gli piaceva dialogare sull’arte con gli amici… che a volte venivano anche perché – come disse una volta Carlo Buzzi – come si fa a rinunciare a un invito di Laura?… La nostra casa è stata frequentata da alcuni dei maggiori critici del tempo, fra tutti il famoso Pierre Restany».
Il breve saluto del Dirigente scolastico Fabio Giovanetti aveva aperto nella mattinata l’incontro coordinato dai docenti Massimo Conconi e Luca Scarabelli, mentre alla consolle l’artista “pubblico” Carlo Buzzi si destreggiava abilmente nella proiezione delle opere man mano richiamate dai relatori. Sui pannelli espositivi alcuni lavori di Giannetto Bravi che, oltre a preannunciare una sua antologica in autunno nel nuovo “Spazio Rossi” del Liceo, costituiscono riferimenti utili agli studenti per comprendere meglio linguaggio e poetica nel lavoro dell’artista a cui dovranno ispirarsi gli studenti nel concorso previsto dall’istituto.
Fabrizio Rovesti
Segue audio finale dibattito e galleria immagini…